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Abbiamo un patrimonio unico, diamogli valore

Un sistema di piccoli centri con un cuore comune, la città, è quello definito dalla storia di fondazione dell’Aquila, ma anche da una condizione geografica che la inserisce in un contesto ideale di boschi e luoghi naturali protetti e vissuti, tra il Gran Sasso, le odorose pinete e il fiume Aterno, lungo una via verde che racconta una comunità.

Quella aquilana è una a civiltà che nasce dall’acqua e che dalla tutela del proprio patrimonio idrico e ambientale ha l’occasione, nonché il dovere, di definire un pezzo importante del proprio futuro, con il coraggio, laddove necessario, di stravolgere i paradigmi esistenti, ricomponendo un rapporto più sano e produttivo tra centro storico e frazioni, stimolando una nuova democrazia della mobilità e dell’abitare. Il futuro prossimo ci prospetta un’accelerazione della modernità, con una svolta verso l’energia verde ancora maggiore rispetto a quanto avevamo previsto. Il territorio aquilano ha le materie prime del futuro, acqua, aria, vento, montagne, elementi con i quali occorre riscrivere patti di coesistenza che coinvolgano tutti, per ricreare un ecosistema di persone, cose e ambiente naturale pensato e vissuto in comunità.

Un potenziale inespresso, da mettere in rete

Un caffè in centro con gli amici, una passeggiata al Parco del Castello, un giro di notte in auto, l’attesa davanti al fioraio, al pasticcere, la presentazione dell’ultimo libro, la musica che all’improvviso arriva da un cortile, il gelato al chiosco, i cieli azzurri tra i vecchi e nuovi palazzi, gli angoli nascosti di ogni piazzetta di periferia, i panorami delle frazioni e le loro storie di piccoli fiumi e tradizioni. Tutto questo è già la nostra città.

Occorre quindi farla conoscere ancora di più e non come si farebbe con una pubblicità disneiana, con storielle raccontate in serie e citazioni sulle panchine, ma con la consistenza di una città di sapere, facendo della conoscenza, originaria, universitaria, ma anche antropologica e legata alla nostra origine contadina, lo scopo ultimo di ogni programma di crescita e di intervento. Sia chiaro, un’amministrazione comunale non ha competenze sul lavoro, non legifera in materia, svolge la propria attività non per erogare impieghi, ma servizi. Ha tuttavia il compito fondamentale di determinare le condizioni affinché soggetti privati e pubblici che creano posti di lavoro trovino un ecosistema attrattivo, accogliente, aperto e inclusivo per vecchi e nuovi cittadini.

AVER CURA DEL PASSATO PER PROGETTARE IL FUTURO

Tramandare e rinnovare sono due pilastri dell’azione di ogni madre, padre, cittadino. Devono esserlo anche per ogni buon amministratore, che deve avere la consapevolezza del proprio passato e della propria identità, per inserirli in un percorso di rinnovamento sostenibile, che fonda le proprie basi su radici antiche.

Non vi è modernità senza confronto con gli altri e senza studio, senza ambizione, senza prospettive. Per tornare a migliorarsi L’Aquila deve riprendere l’entusiasmo del post sisma, deve essere quella che progetta la società del futuro, non quella che distrugge i progetti innovativi per facili soluzioni (si pensi allo smart tunnel dei sottoservizi, al Parco Urbano di Piazza D’armi o alla riqualificazione di Viale della Croce Rossa). Si è preferito in questi anni mangiare la gallina, invece che aspettare l’uovo, prediligere una politica on-demand piuttosto che programmare e pianificare, disperdere i fondi del PNRR in mille rivoli anziché cogliere l’opportunità di ridefinire una strategia per il post ricostruzione, non curanti del fatto che esiste un mondo nuovo oltre il cemento e i mattoni, fatto di persone e cervelli. L’Aquila ha le intelligenze per affrontare la complessità del mondo, capaci di progettare visioni nuove e moderne al pari delle maggiori città europee.

OLTRE LE NOSTRE antiche MURA C'è IL MONDO

Parlarsi, abbracciarsi, volersi bene, offrire una genziana e ricevere un sorriso, sono state le nostre azioni di reazione nel post sisma, quando il mondo si è aperto alla città e la città si è aperta ad esso. Ripartiamo dalle amicizie costruite, dalle persone scoperte, dal senso di umanità ogni oltre distinzione sociale per fare dell’Aquila una città aperta e connessa.

Una comunità nasce, cresce e si migliora attraverso il protagonismo di tutti gli attori cittadini (imprese, scuole, professionisti, università, associazioni, enti) e soprattutto con la disponibilità alla contaminazione con altre realtà ed esperienze. Anche L’Aquila sa farlo quando alza lo sguardo sopra le proprie mura e lo rivolge oltre, mostrandosi capace di sostenere e crescere degli educati cittadini del mondo, che partono per i loro viaggi e tornano arricchiti di titoli ed esperienze. L’Aquila sa farlo quando riesce ad aprirsi ed ospitare nelle proprie case gli stessi giovani di altre città con le stesse caratteristiche e la stessa volontà di scoprire, aiutare, migliorarsi e migliorare il mondo intorno a sé. L’apertura al mondo è parte dell’anima della nostra città, l’anima che ci aiuta a migliorarci giorno dopo giorno, la connessione con le sue frazioni è invece il legame originario che deve essere ricostruito.

scelte coraggiose per l'innovazione democratica

La storia non ci pone davanti un bivio ma una strada obbligata, quella che indica una discontinuità netta rispetto all’attuale modello di sviluppo. Per farlo serve però coraggio nelle scelte e una visione profondamente innovativa, affinché una maggiore sostenibilità economica, sociale e ambientale non resti una semplice dichiarazione d’intenti ma un modello da affermare attraverso il giusto approccio alla transizione digitale.

Tante innovazioni ambientali e tecnologiche rimangono spesso inaccessibili proprio alle persone che se ne dovrebbero avvantaggiare, per scarsa e sbagliata comunicazione, per il digital divide, per la poca comprensione che anche la politica ha dei processi che approva. Quello che manca è una vera connessione tra transizione ecologica, rivoluzione digitale e giustizia sociale. È questo il vero punto da cui dovrebbe discendere ogni ragionamento conseguente. L’Aquila digitale esiste già negli uffici di ricerca delle nostre università e delle eccellenze industriali locali, quello che manca è la diffusione in tutte le articolazioni della nostra comunità e l’applicazione nei servizi erogati. Dall’innovazione di processi e tecnologie in chiave democratica passa l’efficienza e la competitività del nostro territorio.

I MIEI INTERVENTI