Funivia di Roio, la non risposta nel merito della Mannetti certifica la mancanza di visione d’insieme del progetto e la capacità di confronto.
La non risposta dell’assessore Mannetti nel merito delle obiezioni sollevate non sul progetto della funivia di collegamento tra L’Aquila e Roio, ma sul suo tracciato, certifica la mancanza di visione d’insieme del progetto e la capacità di confronto dell’Amministrazione. Questo mi dispiace perché credo che molte cose mi si possano rimproverare relativamente all’ attività di consigliere comunale, ma di certo non quella di essere poco attento ai processi amministrativi che analizzo sempre con molta attenzione, contestandoli, quando lo ritengo necessario, sempre nel merito e mai strumentalmente.
So benissimo che il progetto di collegamento a fune tra la stazione ferroviaria dell’Aquila e Roio è previsto nel Piano Urbano della Mobilità Sostenibile e che l’iter di formazione del piano prevedeva anche una fase di osservazioni. Se fossi stato quindi contrario all’intervento lo avrei fatto presente in quella sede. Le obiezioni che sollevo oggi non sono quindi rispetto all’idea del collegamento tra L’Aquila e Roio, di cui sono favorevole (non certo incondizionatamente), ma relative alle indicazioni contenute nell’avviso con cui si vorrebbe affidare lo studio di fattibilità senza neanche attendere l’approvazione del PUMS. E se, mettiamo caso, martedì il consiglio comunale decidesse di stralciare dal Piano questo intervento, cosa si fa? Sono ancora fatte salve le prerogative dei consiglieri di proporre modifiche all’interno dell’assise comunale o ha deciso d’imperio la Mannetti la possibilità di farlo solo nella fase delle osservazioni?
Ma non sarà certo il tentativo di confondere il livello della pianificazione con quello della progettazione, come l’assessore ha provato a fare nella sua risposta, ad eludere la questione che le ho posto pubblicamente rispetto al mancato confronto con gli abitanti di Roio e l’Università, ovvero con i potenziali utenti del servizio, che avrebbe fatto emergere esigenze e vincoli, favorendo così l’individuazione del percorso migliore, certamente meno impattante e più funzionale di quello indicato nell’avviso per l’affidamento dello studio di fattibilità, scelta che dimostra una scarsa conoscenza del territorio.
L’assessore Mannetti ritiene che non fosse necessario e che è pretestuoso chiederlo adesso? Libera di affermarlo. Dal canto mio non solo ribadisco la necessità di rivedere il tracciato indicato nell’avviso per lo studio di fattibilità ma rilancio allargando la discussione.
Affinché il progetto sia realmente fattibile e soprattutto sostenibile, occorre infatti partire da una stima sulla portata trasportistica da soddisfare, da una potenziale utenza che sarebbe insufficiente se limitata ai cittadini di Roio e agli studenti universitari, ma che andrebbe allargata facendo della Pineta di Roio un vero attrattore, per tutti quegli aquilani che volessero recarcisi per una semplice passeggiata o per i tanti turisti che pagherebbero ben volentieri un biglietto per ammirare la nostra città dall’alto con il Gran Sasso sullo sfondo. Ecco perché andrebbe evitato il passaggio della funivia proprio nel punto in cui la pineta andrebbe invece riqualificata, ecco perché l’arrivo della funivia non può deturpare la Via crucis che insieme alla Via Mariana, il Santuario della Madonna di Roio e le tante altre chiese presenti nelle altre frazioni, potrebbero rappresentare elemento di attrazione per un turismo religioso da affiancare a quello naturalistico. Così come andrebbe data qualche risposta sul progetto abbandonato da questa amministrazione relativo all’intervento di razionalizzazione dei tanti tralicci presenti sulla collina di Monteluco che rappresentano un detrattore ambientale che impedisce la valorizzazione che la pineta meriterebbe.
Ma il successo di questo progetto passa tanto per il punto di arrivo quanto per quello di partenza ed in particolare dalla centralità che si vuole attribuire alla stazione dell’Aquila che, come predico ormai da anni, dovrebbe diventare un vero e proprio hub intermodale della zona sud della città tra viabilità̀ veloce e urbana (con la realizzazione della bretella di collegamento con la Mausonia), su ferro (con l’attivazione della metro di superficie Scoppito – San Demetrio) e ciclo-pedonale (con la realizzazione della pista ciclabile della Valle Aterno e la pedonalizzazione in chiave turistica di via Tancredi da Pentima come prosecuzione del circuito lungo la cinta muraria).
Nessun progetto sarà mai sostenibile senza una visione d’insieme, né accettato senza un dibattito pubblico, strumento fondamentale per prevenire i conflitti sul territorio causati dalla costruzione di infrastrutture. In mancanza di risposte non resta che pensare che sia proprio l’amministrazione la prima a non credere in questo progetto.