Riqualificazione delle piazze cittadine, l’ennesima occasione persa
Esattamente 2 anni fa veniva presentato “Open Data L’Aquila” (Dati aperti per conoscere la città | Open Data L’Aquila (opendatalaquila.it)), il portale realizzato dal Gran Sasso Science Institute basato sulla georeferenziazione di dati utili alla conoscenza del nostro territorio, tra cui le mappe relative all’accumulazione delle acque e all’irradiazione solare. L’amministrazione comunale, rappresentata in quell’occasione dall’ex assessore Mannetti, esaltò l’importanza che i dati messi a disposizione della città avrebbero potuto rivestire nelle scelte future degli enti pubblici e degli operatori economici.
Solo un anno più tardi la stessa amministrazione Biondi annunciava il riconoscimento da parte del Ministero per la Transizione ecologica al comune dell’Aquila di un finanziamento di 638mila euro finalizzato alla realizzazione di 3 apprezzabili progetti inquadrati all’interno del “Programma sperimentale per l’adattamento ai cambiamenti climatici in ambito urbano”. Tra questi la realizzazione di una “piazza d’acqua” a Piazza Campo Imperatore, nella zona di Valle Pretara, e due “giardini della pioggia”, in via Amiternum e nella zona industriale di Pile, come sperimentazione di soluzioni per il drenaggio urbano sostenibile e il deflusso dell’acqua meteorica in caso di precipitazioni.
È di appena qualche giorno fa invece la notizia dell’aggiudicazione dei lavori per la riqualificazione di piazza Palazzo, piazza del Teatro e piazza Duomo, tutti e tre interventi finanziati con i fondi del PNRR che, è bene ricordarlo, destina il 37,5 % delle somme a disposizione per gli obiettivi climatici e la transizione verde.
Buon senso, visione, coerenza con lo strumento finanziario e con azioni precedentemente intraprese, nonché disponibilità di utilissime informazioni fornite dal GSSI, avrebbero dunque presupposto un’attenzione particolare e una richiesta esplicita in fase di bando di gara delle tre piazze sulla necessità di prevedere sistemi per la raccolta e lo stoccaggio delle acque piovane, così da alleggerire la pressione sull’impianto fognario e soprattutto sulle aree alluvionali poste a valle del centro storico e avere inoltre la possibilità di riutilizzare le stesse nei momenti di maggiore siccità. Nulla di tutto ciò è stato invece previsto, con oltre 10 milioni di euro investiti per la sola semplice ripavimentazione, con un approccio progettuale privo d’innovazione e consapevolezza, come se gli eventi meteorologici estremi che interessano con sempre maggiore frequenza anche il nostro Paese non ci riguardassero. Nubifragi e inondazioni, così come pesanti ondate di calore e lunghi periodi di siccità, sono fenomeni legati al cambiamento climatico in atto con cui dovremo imparare a convivere fronteggiandone e gestendone gli effetti, in particolar modo nelle nostre città, luoghi dove il cemento la fa da padrone ed il suolo risulta ovunque pressoché impermeabilizzato.
Rigenerazione urbana significa anche e soprattutto questo, confonderla con i semplici restyling annunciati dimostra come non si abbia idea delle sfide che ci attendono e delle opportunità da cogliere attraverso l’eccezionale piano di investimenti del PNRR. Dinanzi alla prossima emergenza, accorgendoci che nulla è stato fatto avendone avuta la possibilità, ci potremo consolare sottolineando come la pietra bianca utilizzata per la pavimentazione abbia reso la città più elegante. Una città delle occasioni perse, ma elegante.