L’Aquila tra sogni e realtà. Quali nastri taglierà il prossimo Sindaco?
Che bella L’Aquila, basta aprire i quotidiani per immergersi in un sogno, quello di una città in fermento, piena di buone notizie annunciate ogni giorno da una vera “amministrazione del fare”, poco importa se per “fare” tante chiacchiere e pochi fatti.
Oggi, ad esempio, il sindaco Biondi e l’assessore Colonna informano, con la solita enfasi, dell’avvio dei lavori per il completamento del Palazzetto dello sport di Viale Ovidio, gli stessi già annunciati in precedenza dagli ex assessori Liris e Fabrizi. Ma non è tutto, grandiose novità anche per il Parco urbano di piazza d’Armi rispetto al quale la giunta ha deciso (dopo appena 5 anni) di istituire un collegio consultivo tecnico con il compito di esaminare la situazione complessiva della documentazione. Un intervento che, una volta realizzato, rappresenterà la cartolina d’ingresso dalla zona ovest alla città, un progetto per il quale quelli di prima (gli incapaci, quelli che la Giunta Biondi avrebbe spazzato via per far vedere alla città cosa significa essere efficienti) avevano trovato 22 milioni di euro e previsto un grande parco verde con all’interno un avveniristico auditorium da 900 posti, un parcheggio interrato, un’area giochi, un’area sportiva e una grande piazza, ma che quelli di oggi, quelli bravi, i decisionisti, dicono di voler finalmente sbloccare (ma non lo aveva già annunciato 2 anni fa il vicesindaco Daniele?).
Che bella L’Aquila raccontata attraverso l’esaltazione di ogni piccola opera ordinaria realizzata, la rivendicazione delle opere progettate e cantierizzate dalla precedente amministrazione (come le scuole di Arischia e Pettino, il Parco del Sole e del Castello, o il recupero di Palazzo Margherita) e il silenzio sui tanti progetti ereditati impantanati nella palude amministrativa dell’attuale governo (penso al progetto di riqualificazione di Viale della Croce Rossa, alla sede unica comunale con lauti affitti pagati ai privati, al progetto unitario di Porta Leoni a quello di Porta Barete, per non parlare della pista ciclabile della Valle Aterno o del completamento del Pala Japan).
Insomma Sindaco, se fosse qualcun altro a diventare Sindaco al suo posto, quali nastri di opere strategiche progettate in questi cinque anni potrebbe tagliare? Forse quelli dei progetti di rigenerazione urbana presentati dalla sua amministrazione sull’Ex Sercom e sullo Stadio di Acquasanta? Purtroppo neanche quelli, perché a quanto pare sono stati gli unici a non ottenere un finanziamento tra i 69 ammessi nell’ambito del territorio regionale. Ma ormai è chiarissimo, l’importante è “vendere sogni, mica solide realtà”.