Ancora sulla via della sostenibilità
In una campagna elettorale che stenta a decollare per contenuti e per confronti, mi piacerebbe ritornare sul tema della sostenibilità ambientale, tanto cruciale per il nostro futuro, quanto più che l’Unione Europea, anche a seguito degli effetti della guerra in Ucraina, sta definendo un percorso che mira nel medio termine all’autosufficienza energetica. Si è molto parlato in ambienti sensibili all’innovazione verde e tecnologica (molto meno invece in città) del primo treno ad idrogeno che viaggerà sulla Terni – Sulmona, tratta pilota a cui RFI ha in programma di aggiungere altri 2000 chilometri di linee ferroviarie sul territorio italiano. Che l’idrogeno sia una prospettiva concreta ed ecologica su cui investire nel settore dei trasporti lo ha ribadito recentemente anche il direttore di TUA Maximilian Di Pasquale. Poco si è parlato però, ma questo appunto sta alla politica, di come il territorio può essere attore di questo cambiamento.
Riprendo allora la proposta che ho lanciato a gennaio insieme a quella della costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili sul territorio comunale (suggerimento recepito recentemente dall’amministrazione), di realizzare all’Aquila uno dei tre impianti di produzione di idrogeno “green” destinati al treno sperimentale (ne sono previsti uno per il Lazio, uno per l’Umbria e uno per l’Abruzzo). Questo consentirebbe da un lato di acquisire e sviluppare in loco, anche attraverso il coinvolgimento dell’Università e di società private, competenze tecnologiche in un settore strategico per il futuro, dall’altro di estenderne l’utilizzo anche al trasporto locale ed extraurbano su gomma.
In quest’ottica mi sento di suggerire ai candidati sindaci, compreso a Biondi che lo ha affossato (a danno dei dipendenti di AMA, di tutti i contribuenti e della qualità del servizio), di riprendere il percorso di fusione tra AMA e TUA. La transizione ecologica non è fatta di spot, come quelli sull’acquisto di 18 autobus elettrici (dietro cui ci si è fatti belli quando poi l’azienda dei trasporti locale è in grado di ricaricarne 3 al giorno), ma richiede una visione e una programmazione di lungo termine che nel caso specifico si traduce nella necessità di una rivoluzione totale, da una migliore e più efficace organizzazione delle corse, delle fermate e dei depositi mezzi, al rinnovo del parco rotabile. Tutti elementi che spingerebbero un buon amministratore ad abbandonare l’approccio miope seguito in questi anni per intraprendere con coraggio la via della sostenibilità, sia ecologica che aziendale, a vantaggio dell’ambiente e della qualità dei servizi. Certo, resta aperto il discorso ancor più importante del collegamento su ferro verso Roma, ma senza abbandonare una sacrosanta rivendicazione proviamo a cogliere le opportunità che nel frattempo si presentano.